EÓLIA SCENA EMERGENTE 2023

MARTÍ TORRAS MAYNERIS/ I MARUSHKAS

In un angolo di un paese dalla memoria confusa, vive una donna confinata nei suoi ricordi. Mentre attende l'arrivo di un bambino a cui non potrebbe mai dire addio, rivive eternamente alcuni degli episodi più drammatici della sua vita, accompagnati da alcune delle sue paure, che negli anni ha trasformato in membri della sua famiglia immaginaria.

Undici sorelle rapite in un lutto mentale senza fine: dittatura, schiavitù, morti, funerali, invasioni scandinave e altre piaghe bibliche. Solo una creatura, Bruna, ha la chiave per demolire questo spazio mentale, ma, mentre lei non arriva dal suo esilio forzato, sua madre reinventa la sua vita al ritmo delle fanfare balcaniche. Niente funziona nella sua testa da quell'abbandono. Un esercizio personale di scrittura spontanea su quanto possa essere potentemente assurda la mente e quanto possa essere tragicomica la vita, basato sulle decisioni che una madre ha dovuto prendere con riluttanza il giorno in cui è nata l'autrice.

Déjà-Vu è un regalo che le attrici, le mie assistenti e un cameriere si sono fatti l'un l'altro.

Non è usuale scrivere uno spettacolo su clown, comici o eccentrici. Sì, è scrivere numeri, voci, gag, scene. Tradizionalmente, i clown hanno fatto parte di spettacoli circensi o di varietà, dove il filo narrativo di solito non è importante, ma i personaggi e le possibili entrate lo sono.

Meno comuni sono gli spettacoli di clown. È vero che ce ne sono, e molto bravi, ma è difficile trovare uno spettacolo con una troupe di clown donne, truccate, pronte a far ridere, a rendersi ridicole. Fortunatamente, l'umorismo ha sempre meno confini di genere ed è più facile scommettere su donne e pagliacci.

Immagina il Circo dei Clown di Fellini, piantato in una piazza. Lo vediamo dalla soffitta disordinata di una casa dove vivono le figlie in La casa de Bernarda Alba, di Federico García Lorca. Gli undici sprecano le loro vite in isolamento, mentre il tempo incrina i molteplici strati di trucco che ricordano alla povera Baby Jane Che fine ha fatto Baby Jane?. Un giorno, però, ricevono un regalo: un bambino.

Dopo aver cercato l'istinto materno in mezzo a tanta sindrome di Diogene, questi undici disturbati e la loro domestica inventano una fantasia: una nuova famiglia per il bambino, come in Trois hommes et un couchin. Una bambina che è un personaggio chiave, assente e invisibile, e che crescerà intorno a questa famiglia come ha fatto Truman di The Truman Show.

Le undici madri, o padri, o zie, o qualunque cosa siano, schiave della creatura, come Le ancelle di Jean Genet, giocano, e creano un piccolo microcosmo fantastico, pieno di inganni e autoinganni, con regole non convenzionali, come fa la famiglia Canino di Yorgos Lanthimos, che fa presagire un esito duro come la vita stessa.

Un universo decadente di sangue e miele, a suon di trombe e musiche balcaniche, con personaggi ridicoli, assurdi, e allo stesso tempo oscuri e pieni di dolore, che ci faranno ridere dei malcapitati, come fece Emir Kusturika in Underground . Perché vedere il dolore degli altri allevia il nostro dolore.

Tutti insieme, per rendere omaggio a tutte quelle mamme, che ad un certo punto della loro vita, consapevolmente o inconsapevolmente, perdono il proprio figlio.

Martí Torras Mayneris

Dal 11/05/23 al 14/05/23

Giovedì e venerdì alle 20:XNUMX
Sabato alle 17:20 e alle XNUMX:XNUMX
Domenica a 18h

Drammaturgia e regia: Martí Torras Mayneris
interpretazione: Georgina AragallMonica BalsellAlmudena CajalRuth CardonaGiulia CostaCarla GriñoElena MartinezIrene MuraGiuditta RevertLidia Robla i Lu Sanchez

Assistente di direzione: Mario Rifuggente i Giulia Masnou
Voice over: Queralto Casasayas i Dusan Tomić
movimento: Teresa Garcia-Valenzuela
scenario: Llorens Corbella Burgues
illuminazione: Andrés Piza
costumi: Anna Sabina i I Marushka

Ringraziamenti: Queralto CasasayasDusan TomićSadurni VergesMontse MirallesAgnese BusquetIrene JodarGiulia FanecaIsabel MicheleMarti Torras OlivaVicenta Mayneris Riera i Fatima Campos