Drammaturgia o l'arte di pensare il teatro

L'affermazione che guida questo testo diventerebbe, infatti, una definizione valida per il difficile concetto di drammaturgia. Ma, se vogliamo davvero comprenderne il significato, dobbiamo prima definire esattamente ciascuna delle parole che lo compongono sotto pena di non riuscire a coglierne il significato ultimo e più profondo.

Quindi iniziamo con la parola arte, che è necessario per capire, sì, in senso creativo, ma soprattutto in senso artigianale o tecnica. È (come dice il dizionario) un'abilità, un'abilità acquisita attraverso l'esperienza, l'osservazione, lo studio e, soprattutto, la pratica. L'arte è, in effetti, la pratica di un'abilità creativa che è diventata un'abitudine, un'intuizione, una certezza.

La parola pensare deve essere inteso nel suo senso più ampio, cioè pensare come concepire, giudicare, inferire, inventare, intuire, sintetizzare, concettualizzare, simbolizzare, metaforizzare ... Il pensiero è, in breve, il processo più complesso attraverso il quale innesca un'esplosione di attività mentale che ci permette di immaginare il mondo, anticipare le nostre azioni, penetrare nel futuro, inventarne uno al di là (come religione o come finzione, non importa).

La parola teatre, alla fine, è sicuramente il più difficile da definire, se non altro a causa della diversità delle arti e dei modi di pensare che si uniscono. Il teatro è un'arte collettiva, a cui prendono parte drammaturghi (nel senso, questa volta, di drammaturghi), registi, attori, scenografi, miniatori, musicisti, costumisti e una lunga lista di altri mestieri. si va da programmatori, produttori o pubblicisti, a tecnici e intriganti a tutte le persone che partecipano direttamente e indirettamente all'evento teatrale, come, ad esempio, e alla fine di tutto nella catena, il critico teatrale. Per maggiore complicazione non bisogna dimenticare che il fatto teatrale ha la particolarità di essere rappresentato dal vivo, con la presenza simultanea di interpreti e pubblico.

Bene, precisamente questo è il dramma. In definitiva, la drammaturgia è l'insieme delle idee, per quanto inopportune e periferiche possano sembrare, che, espresse da uno qualsiasi dei partecipanti, contribuiscono a risolvere l'equazione scenica dall'inizio della creazione alla presentazione al pubblico. Tutte le concrezioni che sono in scena - le parole degli attori, le azioni, le espressioni facciali, gli oggetti, i colori, l'intensità della luce, gli ambienti sonori, il ritmo, le canzoni, il volume e il tono di voce, ecc. - sono stati il ​​risultato di questa riflessione costante, cumulativa, torrenziale che deve essere chiamata drammaturgia.

Tuttavia, esiste un modo molto più semplice per definire la parola drammaturgia, risalendo alla sua etimologia. Drammaturgia, da un lato, deriva dalla parola δρᾶμα –drama– che si riferisce alla performance, e che ha origine nel verbo δραο –drao–, che significa “eseguo, eseguo”; la drammaturgia è invece formata con l'aggiunta del suffisso, -urgia, che deriva da ἔργον –ergon–, che significa lavoro, lavoro.

La drammaturgia sarebbe quindi comporre opere teatrali o, più semplicemente, fare teatro. Bene, questo è il lavoro di fare teatro.

Pablo Ley, Capo del Dipartimento di direzione scenica e drammaturgia.